martedì 3 maggio 2011

Presenza mentale come stile di vita

Noi esseri umani abbiamo la tendenza a fare tutto metodicamente.
Abitudine, soltanto per abitudine, sempre e solo per abitudine ci muoviamo, ci pettiniamo in un determinato modo, ci dipingiamo di sicurezza o di genialità.
Quante volte stando vicino alla persona che amate siete davvero lì con lei?
Molte volte, mangiando, vi sarà capitato di pensare ai vari problemi che avete, e quando si mangia innervositi da qualunque causa esterna si ha la tendenza a non digerire con tutti i problemi che ne conseguono, perchè nella realtà mangiamo il nostro nervosismo.
Bisogna modificare il nostro atteggiamento. Sulle prime troveremo delle difficoltà dovute al cambiamento, poi il nostro comportamento diverrà una nuova abitudine, che chiameremo cosciente.
L’abitudine è paragonabile ad un vortice che ci risucchia e c’impedisce di vedere nella giusta ottica.
Cercando di modificare prima i piccoli gesti poi quelli più grandi, arriverete a riprendere pieno possesso della vostra vita. Vivrete finalmente da uomini liberi. La presenza mentale ci aiuta a centrare la nostra attenzione verso noi stessi, portandoci ad essere più spontanei perché meno coinvolti dalle cause esterne. Il primo risultato che si ottiene è uno strano senso di tranquillità, che ci porta a vedere le cose sotto un’ottica diversa da quella solita
Anche i problemi, visti sotto quest’ottica assumono una grandezza diversa, reale. Normalmente, purtroppo, è come se vivessimo in sella ad un cavallo che corre al galoppo: non sappiamo quale sia la direzione ma corriamo ugualmente.
Un atteggiamento negativo, così come un comportamento errato, dopo essersi insinuato in noi piano piano tende ad allargarsi, scatenando un’infinità d’altri comportamenti: alla fine, quell’atteggiamento negativo diventa “Noi”. Tutto è pura energia e in quanto tale non può essere annientata, ma solo modificata. Sfruttando la nostra stessa natura, riusciremo a raggiungere lo scopo. Quante cose di voi avete cambiato da quando siete al mondo? Probabilmente tante. Si tratta di farlo ancora, questa volta per un motivo sicuramente differente dai precedenti e probabilmente, più profondamente personale. Le rivoluzioni iniziano rivoluzionando prima noi stessi. Non vi aspettate che tutto avvenga nel giro di una settimana o di un mese: se persisterete, noterete cambiamenti favorevoli non solo in voi stessi ma anche nella vita di tutti i giorni. L’abitudine è paragonabile ad un vortice che ci risucchia e c’impedisce di vedere nella giusta ottica. 
La consapevolezza mentale ci porta a mettere a fuoco la nostra vita e tutto quello che ci accade, facendo apparire gli esatti contorni di tutto ciò che ci circonda. La loro vera natura. Anche i problemi, visti sotto quest’ottica assumono una grandezza diversa, reale. Normalmente, purtroppo, è come se vivessimo in sella ad un cavallo che corre al galoppo: non sappiamo quale sia la direzione ma corriamo ugualmente. 
Ma come si può parlare di spontaneità cosciente? La spontaneità diventa cosciente dal momento in cui non sono le cause esterne a condurre il gioco, ma la nostra vera natura. Dimorando nell’attimo presente, ci appare davanti agli occhi un’universo nuovo, che ci assomiglia.
Esistono vari metodi di allenamento ma il migliore è quello dedicato al respiro.
Per consapevolezza del respiro s’intende l’osservare coscientemente l’andamento dell’aria all’interno del nostro corpo senza fare nulla che possa modificarlo: il primo risultato che si otterrà da questo tipo di allenamento sarà proprio la regolazione spontanea del respiro. L’esercizio, portandoci ad osservare il nostro addome, ci conduce a vivere coscientemente sia la fase di inspirazione che quella di espirazione. Contare i respiri ci aiuta a vivere questo fenomeno in maniera totalmente differente. La respirazione è la base della nostra vita, quindi incominciare da lì significa partire direttamente dalla nostra natura.
Quando nella vita di tutti i giorni ricevete delle notizie sgradevoli o vedete qualche cosa che vi agita e vi impedisce di prendere sonno, portate tutta la vostra attenzione al movimento dell'addome: così facendo consentirete al cervello di riposare, all'agitazione e all'irritazione di calmarsi. Continuando quest’esercizio ristabilirete i vostri valori emotivi e raggiungerete ben presto la calma necessaria per prendere sonno.
Inoltre vivere il presente ci farà capire che è inutile affliggersi per errori passati, per rimorsi e rimpianti, e farsi prendere dall'ansia per cose che verranno e che ci spaventano...oggi è il giorno di cui ieri avevo paura, eppure lo abbiamo affrontato e lo abbiamo superato. 
La piena concentrazione si ottiene non volendola ottenere. Vivere in presenza mentale non significa non avere un comportamento spontaneo: significa rendersi conto che tutto ciò che accade all’esterno di noi è solo l’esatta proiezione delle nostre paure, o di qualcosa che comunque ci appartiene solo dal momento in cui crediamo che ci appartenga.


(Rev. nisshin m. claus)

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